REGISTRAZIONE
Prima di entrare in studio autori, compositori e produttori prendono decisioni circa le modalità di registrazione, ovvero se effettuare una LIVE SESSION (tutti i musicisti suonano e registrano contemporaneamente) o un OVERDUBBING (registrazione strumento su strumento). Se suonare con o senza click, se mantenere qualcosa del MOCKUP, etc.
A questo punto si stila un calendario e si contattano i musicisti, si inviano loro le parti e si fissano le sessioni.
Il produttore preparerà le varie session list (appunti su quali microfoni, preamplificatori e outboard vario usare), e i templates su pro tools, si assicurerà che tutto sia pronto per iniziare a registrare.
Solitamente si inizia a registrare la sezione ritmica, e si continua con gli strumenti armonici, i solisti, ed infine la voce (anche in questo caso, non vi sono regole da rispettare assolutamente)
L' EDITING
L’editing è la fase in cui il tecnico del suono (o il produttore stesso) si impegna nella pulizia delle tracce prima, durante e dopo il suono. Altrettanta premura è rivolta al perfezionamento di performance non propriamente intonate o a tempo: questo procedimento non può essere dettato unicamente da criteri oggettivi come l’allineamento della waveform alla griglia temporale della DAW, in quanto spesso, un’esecuzione imperfetta può risultare più autentica, gradevole e musicale di un’esecuzione impeccabile.
Interventi di editing audio avanzato possono talvolta richiedere operazioni di flex-time e flex-pitch molto pesanti. Ricordo a tal proposito che, nel mio articolo sulla produzione di musica elettronica, ho già affrontato l’argomento rimarcando l’importanza della corretta scelta della frequenza di campionamento, in soldoni: più campioni audio hai preso nell’unità di tempo, meno ciascun campione subirà un deterioramento udibile quando “tiri” digitalmente l’intera take per metterla a tempo. Stessa cosa vale per l’intonazione, perciò, in parole ancora più povere: se proprio devi lavorare con musicisti scarsi, e lo sai in anticipo, usa una frequenza di campionamento elevata.
Sempre in questa fase si correggono tutti gli eventuali disallineamenti di fase (NON a priori, ma soltanto laddove essi risultino controproducenti), nonché le latenze date da strumenti elettronici interfacciati con connessioni MIDI: nel caso di sequenze elettroniche, infatti, è spesso preferibile che i suoni siano perfettamente sincronizzati e a tempo.
Tuttavia, come al solito, non c’è una regola fissa, e la precisione chirurgica del processo di quantizzazione degli eventi MIDI potrebbe non essere la scelta artistica più azzeccata. Non è un caso consueto, ma è bene sapere che esiste, nella maggior parte delle DAW, la funzione humanize, che simula l’errore umano e genera imprecisioni casuali di allineamento temporale, intonazione e velocity.
IL MIXING
La fase di mixing è quella in cui si da vera vita e spazialità al pezzo, in cui ogni suono ottiene sia una collocazione nel panorama stereo, che una distanza e un senso di profondità, ma non solo: un mix fatto ad arte regala una vera e propria sensazione di vita e di movimento all’ascoltatore, ed esalta l’autenticità dei musicisti e delle loro idee.
Il mixing è però anche la fase in cui si scolpiscono i suoni precedentemente acquisiti, tramite effettistica dedicata e talvolta adottando soluzioni sperimentali e inconsuete, infrangendo una o più regole sino a ottenere il risultato voluto.